«Sono missionaria, qui, tra i migranti»

«Sono missionaria, qui, tra i migranti»

Da “La Difesa del Popolo”   Settimanale Diocesano di Padova

5 aprile 2015

 

ASSOCIAZIONE VIDES  L’esperienza di suor Anna Maria Zabai, salesiana

 «Sono missionaria, qui, tra i migranti»

Il sogno di suor Anna Maria Zabai è sempre stato quello di essere missionaria.

Si immaginava terre lontane e progetti nei paesi in via di sviluppo, invece il Signore l’ha voluta qui, in Italia. A fianco di chi arriva da noi da lontano per studiare o alla ri­cerca di un lavoro. 

66 anni, salesiana, da 43 religiosa, è stata una delle prime persone che a Padova, a fine anni Novanta, si è occupata del fenomeno dei flussi migratori in città, come de­legata regionale dell’associazione salesiana Vides (Volontariato internazionale donna educazione sviluppo), oggi presente a livello regionale, nazionale e internazionale, che opera in diversi settori: educazione, promozione della donna, volontariato giova­nile e per la difesa dei diritti umani.

«Il Signore voleva fossi missionaria qui, intra gentes ! – racconta suor Anna Maria – E mi ha chiamato a vivere questa missione anche con e per i giovani per promuovere una cultura del dono disinteressato e dell’incontro per portare un futuro di speranza e di gioia». 

La storia del Vides (www.videsveneto.org, sede in Riviera San Benedetto, 88) inizia nel 1999, quando su richiesta della comunità filippina i volontari iniziano l’insegnamento della lingua italiana a famiglie intere. 

«Nel 2000 abbiamo iniziato ad approfondire la conoscenza della lingua italiana con la comunità dell’Europa dell’Est, con tutte donne laureate o diplomate, e nel 2001 ab­biamo aperto le porte del nostro istituto Maria Ausiliatrice di Padova a persone pro­venienti da tutto il mondo». 

Da allora centinaia di persone all’anno, per la maggior parte giovani adulti dai 18 ai 35 anni, (400 solo per i corsi di alfabetizzazione) seguiti da un centinaio di volontari, adulti e giovani, si sono susseguiti per ricevere e dare aiuto, conforto, fraternità. 
Per i giovani, in particolare, l’associazione offre progetti gratuiti di integrazione, dai corsi di lingua allo sportello accoglienza e di ascolto attivo e supporto psicologico; at­tività di intercultura e accoglienza, come feste e laboratorio teatrale, e progetti e mi­croprogetti di solidarietà destinati alla popolazione locale e a missioni lontane. 
Vi sono inoltre gli incontri di formazione al volontariato sociale e internazionale e gli interventi nelle scuole.

«L’attività che ci prende maggiormente – sottolinea la religiosa – sono i corsi di lin­gua italiana per migranti e rifugiati politici, che quest’anno sono cento. I nostri iscritti provengono da più di 50 nazioni: i paesi di origine variano di anno in anno a seconda delle difficili condizioni economiche in cui sono costretti a vivere, molte volte inasprite da combattimenti violenti. E professano credo differenti».

Per suor Anna Maria questa missione all’incontro è una chiamata quotidiana.

«Sento di avere il cuore radicato nel carisma salesiano e il cuore nel mondo, un mondo fatto di tante storie, colori, nazioni, religioni. Mi sento pienamente missionaria qui e cerco di allargare cuore e sguardo, di incarnare l’amore di Dio per i giovani, so­prattutto quelli più poveri e di essere tra loro missionaria di speranza e di gioia. Es­sere tra tanti giovani di provenienze diverse, giovani poveri, con il mio abito religioso, non crea pregiudizi o distacco, ma accoglienza piena, totale, a tutto tondo. Per pa­recchi di loro io sono la loro “mamma” e loro si appoggiano con fiducia perché si sentono accolti con bontà e amorevolezza. Insieme si può costruire una società più umana e insieme possiamo sentirci parte della grande famiglia umana, la famiglia dei figli di Dio. La Scrittura dice che siamo tutti “dei” perché figli di Dio».

Il 31 maggio ricorreranno i vent’anni di costituzione giuridica dell’associazione. «È un traguardo importante, che non sarebbe stato possibile senza tutti i volontari che hanno collaborato e collaborano con tanta dedizione e amore e che credono nei va­lori del Vides. E senza le mie consorelle salesiane, giovani e non, che lavorano in questa missione e tutta la comunità che da anni ha dimostrato di volere una casa spalancata al mondo». L’augurio è che questa storia possa continuare ancora, chia­mata sempre più a segni profetici.

«Il Signore ci aiuti a contribuire a creare una cultura nuova, la cultura dell’ accoglienza, della condivisione, della solidarietà, del rispetto di ogni persona, della sua dignità, nella ricerca della fraternità e della pace. La cultura dell’incontro con Dio, presente nel cuore di ogni uomo e la cultura dell’incontro con ogni fratello».

Claudia Belleffi

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